Open Networking for AI: Meta annuncia importanti novità all’OCP Summit

17/03/2025

All’OCP (Open Compute Project) Summit 2024, Meta ha condiviso maggiori dettagli sulla sua nuova next-generation network infrastructure dedicata al training dei cluster AI.

Da quando Meta ha contribuito a fondare OCP nel 2011, ha sempre condiviso i propri progetti di data center e reso open source il proprio software di orchestrazione di rete per stimolare nuove idee all’interno del settore.

Infatti uno dei principi che li guida è la convinzione che l’hardware aperto sia il motore dell’innovazione; in un mondo dove sempre più infrastrutture di data center sono dedicate a supportare tecnologie di intelligenza artificiale nuove ed emergenti, l’hardware aperto assume un ruolo importante nell’abilitare la disaggregazione. Infatti scomponendo le tecnologie tradizionali dei data center nelle loro componenti principali, si possono costruire nuovi sistemi più flessibili, scalabili ed efficienti.

Gli annunci sono di grande rilievo e riguardano:

  1. La nuova DSF, Disaggrgated Scheduled Fabric, che offre vantaggi significativi in termini di scalabilità rispetto alle soluzioni modular-chassis fabric. Infatti si basa su sistemi leaf e spine dedicati che vengono combinati per creare un unico switch logico che però è fisicamente distribuito. Sappiamo quanto le performance e l’availability svolgano un ruolo cruciale nell’estrarre le migliori prestazioni dai cluster di training dell’AI. Per questo motivo Meta ha spinto il principio di disaggregazione e ha sviluppato sistemi open e vendor-agnostic basati su componenti elementari ed interscambiabili di vendor differenti
  2. Nuove componenti hardware come le interfacce FBNIC (ethernet e PCI) conformi agli standard aperti OCP e nuovi sviluppi di FBOSS (il network OS di Meta)

Per Meta uno dei principi guida rimane l’adozione di sistemi aperti e standard, in quanto promuove l’interoperabilità, l’efficienza e la flessibilità.

Per maggiori dettagli sulle architetture e sui vendor di rete coinvolti, vi rimandiamo all’articolo pubblicato da Meta: